La nostra Bloodhound

Insieme agli Aussie e ai Corgi in fattoria abbaimo anche una bloodhound: Dakota (Daki). Questo grande cane con il suo fiuto riesce a trovare tutto. La Daki ha gareggiato a molte esposizioni di bellezza ottenendo ottimi risultati e adesso si sta allenando per fare la prova di lavoro su pista di sangue per diventare campionessa italiana di bellezza.  
                                                                                                  

Alcune informazioni di carattere generale

Le origini del Bloodhound (o Chien de St. Hubert) risalgono al Medioevo, nella zona conosciuta come zona delle Ardenne. Come per molte razze, la sua selezione ed il suo aspetto attuale devono moltissimo all’apporto degli inglesi. Fu una razza molto apprezzata a corte, fu oggetto di doni da parte dei nobili, in passato, e fu allevato con molta attenzione fin dal sedicesimo secolo. Fu importato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1885, e da allora ha avuto un grande successo in questo Paese. In Italia la razza viene allevata con eccellenti risultati, ma il numero di esemplari è sempre modesto. Il suo nome “Bloodhound”, significa “cane da sangue”. Prende il suo nome originale “Segugio di St. Hubert” da Uberto, Vescovo di Liegi, che fondò un’Abbazia dove venivano allevati questi cani, che i monaci hanno continuato a selezionare per molti decenni. Da quando i bloodhound sono stati utilizzati per la ricerca di persone scomparse in casi che hanno fatto grande scalpore nel nostro Paese, molti li identificano con la definizione che ne hanno dato i giornalisti: e cioè quella di “cani molecolari”.

È un perfetto segugio da pista per le sue qualità olfattive, che sono molto sviluppate rispetto ad altre razze di questo raggruppamento. Possiede una discreta intelligenza. Ama molto essere preso in considerazione dal padrone. Adora stare a contatto il più possibile con le persone che ritiene amiche. È una molto affettuosa e fedele. Se abituato, non dà nessun problema per stare in casa con la famiglia. È abbastanza calmo se non viene stimolato all’attività. 

     

  

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